"Una
cosa è ritrarre un uccello o un mammifero con tutte le
caratteristiche della perfetta immagine. Queste foto,
apprezzatissime dagli editori di enciclopedie, non hanno in sé
però quel prezioso e raro brillio che ne fa delle opere d'arte.
Perché non bastano teleobiettivi superpotenti, cavalletti
superstabili, flash superluminosi, lenti addizionali e obiettivi
macro. Occorre, in più, un occhio che comunichi, oltre che col
cervello, col cuore. Un cuore capace di entusiasmarsi e di
vibrare, captando quei minimi particolari e quelle atmosfere che
il semplice fotografo non coglie e non metabolizza ma l'artista
sì. Così gli insetti e gli uccelli, i rettili e i mammiferi, i
fiori e le dune, i funghi e le rocce di Polini hanno questa marcia
in più che li fa diventare, e non credo che il termine sia
sovradimensionato, delle vere opere d'arte. E questo risultato non
sarebbe stato facile senza un profondo amore per la natura e i
luoghi ove essa si manifesta serena senza la presenza devastante e
oppressiva dell'uomo, luoghi che dobbiamo all'entusiasmo e al
lavoro di tanti che, nelle associazioni ambientaliste, hanno
saputo offrire a tutti (e soprattutto ai fotografi naturalisti),
territori ove potessero esplicare la loro passione senza tema di
trovarsi di fronte a devastazioni e degrado."
(dalla
Prefazione di Fulco Pratesi)
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